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Entrare nel corpo, pescare le emozioni e i traumi dell'infanzia, attraversarli ed uscirne risanati e con una nuova felicità. È la promessa della bioenergetica, tecnica psicocorporea neo-reichiana, che a Roma si può praticare, al primo livello, in molte palestre. Qui ne parla Maria Stallone Alborghetti, da vent'anni psicologa e analista, prima junghiana e poi seguace di Lowen, fondatore della bioenergetica. «II bambino sa respirare profondamente, non potrebbe
succhiare il latte con quella forza dal seno della madre, se non respirasse
profondamente. Ma poi, i traumi dell'infanzia bloccano il respiro, il
bambino così blocca il dolore, la rabbia che non potrebbe reggere,
essendo troppo piccolo. E adesso, tratteniamo le emozioni perché nel
sociale dobbiamo essere forti, e chi mostra dolore è considerato
debole, chi mostra la propria rabbia ancora più debole ...le
dò un consiglio, lo stesso che do ai miei pazienti: quando non
riesce a respirare vada sulla riva del mare, butti i sassi nelle onde
e tiri fuori la voce, urli, vedrà che il respiro si sbloccherà,
e anche le emozioni...». Maria Stallone. Alborghetti da vent'anni è tera-
peuta delle emozioni, prima co- me analista junghiana e poi come psicoterapeuta
bioenergetica. Da un po' di tempo è anche perito presso il tribunale
civile e penale. Non c'è più la paura delle terapie psicologiche
che coinvolgono il corpo, la realtà è così tanto
cambiata?«Ho riunito la settimana scorsa una trentina di persone
che partecipavano alla mia conferenza su 'L'insostenibile colpa della
felicità' e un signore mi ha detto: ma lei non è una psicoterapeuta,
lei lavora sul corpo! Su trenta persone, alla fine solo tre o quattro
decidono di fare una terapia,» Cosa fa paura all'idea di entrare
in rapporto con il corpo? «La paura più grande la intuii
prima di fare bioenergetica, vedevo che motti miei pazienti, in particolare
schizofrenici, quando erano guariti e non avevano più allucinazioni,
avevano un corpo molto rigido, bloccato: io consigliavo loro di andare
in palestra, a fare ginnastica, o nuoto. Tornavano molto ansiosi da
queste esperienze, io intuivo che c'era qualcosa d'importante che riguardava
il corpo ....il nostro corpo ha fotografato tutti i traumi infantili,
quando si muove il corpo i traumi vengono fuori.» La bioenergetica,
come tutte le terapie reichiane e neo-reichiane, è mal vista
dalle altre scuole analitiche: «Quando cominciai a fare bioe-
nergetica, lo tenni nascosto al mio terapeuta junghiano, e poi per non
essere totalmente emarginata dovetti scegliere e scelsi Lowen. Lui infatti
mi, disse che potevo portare nella bioenergetica la mia precedente esperienza
junghiana.« In realtà, c'è un filo che unisce Carl
Gustav Jung a Wilhem Reich, ai neo-reichiani come Lowen, fondatore della
bioenergetica. Se il corpo fa paura, gli psicoterapeuti del corpo guardati con una certa diffidenza, come ci si può muovere con fiducia? Se non si hanno precedenti esperienze analitiche, è bene - dice Alborghetti - non buttarsi nei seminari esperienziali di psicoterapia corporea: «Comincio sempre con una terapia verbale, perché a volte persone che appaiono forti hanno un io fragile, e non potrebbero reggere una terapia corporea». E tuttavia: «Se non si approda ad una terapia che mette insieme corpo e mente, emozioni e movimento, senza questa cornice. del quadro non c'è la guarigione.». Maria Stallone Alborghetti è un'esperta di quadri: il soggiorno della sua casa ne è tappezzato, è lei che li dipinge, e sembra trasferire nei blu accesi e negli arancione, nei rosa spruzzati di malva, nelle silhouette di cavalli amorosi o di fanciulle pietrificate in una eterna adolescenza la ricchezza e la irreale realtà dei sogni: «I sogni, sono come la radiografia di una persona...». E poi: «Vorrei dire alle persone di non aver paura di entrare nel corpo: non c'è il diavolo né il peccato. A volte si dice: chissà dove arriverò! Ma quando l'energia fluisce, siamo spontaneamente morali, istintivamente capaci dl azioni giuste e buone, sia per noi che per gli altri. Perché emerge la creatività.» Nadia Tarantini |
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